Il paesaggio

E. Munch: “Chiaro di luna” 1895 olio su tela Oslo

E. Munch riesce a trasferire la scena in una dimensione nuova e misteriosa, coinvolgendo così l’ osservatore. Anche i paesaggi più tranquilli esprimono inquietudine poichè Munch descrive una calma solo apparente. In “Chiaro di Luna” 1895 l’ artista apre la scena con pochi tronchi sottili. In questo modo gli alberi hanno la funzione di introdurre lo sguardo dell’ osservatore all’ incontro tra la lunga scia della luna notturna e il profilo della spiaggia. L’ idea della terra come generatrice è presente da secoli nella cultura norvegese, ma su di essa si allunga un’ ombra inquietante. La chioma del ramo che si estende parallelo all’ acqua ha infatti l’ aspetto di una nuvola nera, che da un senso di ansia sulla rappresentazione. Munch con i suoi appunti chiarisce la sua visione di natura: “ In uno stato fortemente emozionale, un paesaggio susciterà un particolare effetto. Raffigurando un paesaggio, si produrrà un dipinto influenzato dal proprio umore. Questo umore è la cosa principale. La natura è soltanto il mezzo”. Sul piano pittorico Munch evita di riempire la superficie di inutili dettagli, che avrebbero distratto dalla visione principale. All’ interno del quadro non vi sono personaggi. Le pennellate sono sintetiche. La luna piena illumina il mare. Il dipinto esprime malinconia.

LA VOCE

E. Munch: “La voce” XIX sec. olio su tela Museo di Oslo

Questo dipinto rappresenta una ragazza rappresentata in posizione frontale in un paesaggio di Oslo. Vestita di bianco e blu è in piedi ed è in primo piano. È una rappresentazione quasi spettrale. Alle spalle vi è un paesaggio serale illuminato dalla luna.

“La Voce” di Munch come tutti i suoi quadri esprime solitudine. Un forte segno nero intorno alla figura in un’ atmosfera di silenzio. Il titolo rimanda ad una sorta di voce interiore o forse alla voce fuori campo di un narratore lontano.

La ragazza con un volto non definito guarda gli spettatori che guardano il quadro. La scena sembra una proiezione affettiva da parte di un familiare.

I solchi implacabili del nero sul tronco degli alberi formano una sequenza di segni urlanti. I tratti violenti e materici sono lunghi fino a scandire in sequenze la superficie della tela. La drammaticità sembra però ad un tratto placarsi. Il segno si distende in una calma più severa, nel chiarore innaturale del paesaggio. La protagonista e il suo sguardo fisso in avanti, quasi funerea decisa verso la sua vita si confonde con il paesaggio indefinito

Il paesaggio da la sensazione di uno spazio chiuso e invalicabile. Inoltre è geniale l’ invenzione di quello sfondo blu fantastico dove si confondono quattro barche.

La sua voce ha dato così corpo e colore ai paesaggi del Nord. Un secolo dopo un regista svedese del Nord scriverà: ”Giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, mi fermo davanti alla Sommarrhuset ad ascoltare l’ enorme betulla a due tronchi e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto faccio una piccola visita alla realtà”.