Illusionismo Onirico

Lo stile del belga René Magritte è definito illusionismo onirico. Magritte illustra una realtà assurda come un paesaggio simultaneamente notturno nella parte inferiore e diurno in quella superiore. Inoltre utilizza tonalità fredde, quali quelle del sogno. Scopo dei suoi enigmatici quadri è di creare nell’ osservatore un “cortocircuito” visivo.

Magritte è l’ artista surrealista che gioca utilizzando accostamenti inconsueti. Del tutto estraneo al suo metodo è l’ automatismo psichico. La sua pittura non vuole far emergere l’ inconscio dell’ uomo, ma valorizzare oggetti usuali che appaiono inusuali. Quindi il bisogno di creare mondi fantastici. Le pitture sulla natura sono basate su contenuti apparentemente indecifrabili ed enigmatici.

L’ UOMO E LA NOTTE

R. Magritte: “L’ uomo e la notte” 1964 tempera (ubicazione sconosciuta)

In questo dipinto René Magritte rappresenta un uomo con un cappello a bombetta. Il fondo è buio. La figura dell’ uomo è illuminata dalla luna. All’ interno della sagoma vi è la rappresentazione del cielo, di un paesaggio e di una casa illuminata. Il rapporto figura-sfondo è invertito in modo surreale. La scena è simmetrica. I colori sono freddi ad eccezione del giallo della casa illuminata e qualche sfumatura di marrone . Magritte ha dipinto varie versioni a tempera su tela e su carta.

LE PASSEGGIATE DI EUCLIDE

R. Magritte: “Le passeggiate di Euclide” 1955 olio su tela (USA)

Il quadro appartiene ad una numerosa serie che Magritte ha realizzato sul tema del quadro nel quadro. In esso è raffigurato l’ interno di una stanza in cui si apre una finestra. Davanti la finestra è collocato un cavalletto e su di esso una tela che riproduce, fedelmente, un paesaggio incorniciato dalla finestra. Il quadro è così fedele che diventa quasi impercettibile: lo si riconosce solo per una sottile linea bianca sulla sinistra che corrisponde allo spessore del telaio su cui è montata la tela.

Al tema del quadro si aggiunge la doppia immagine del cono: la strada con due passanti in prospettiva sulla destra e la copertura di un campanile merlato a sinistra. Nel dipinto, realizzato con precisione quasi fotografica, la geometria mostra un aspetto ludico e crea una sorta di magico gioco visivo che procura, quasi, un senso di felicità facendo scattare il nostro meccanismo di curiosità e divertimento. La scena è simmetrica. La luce proviene dalla finestra in fondo. I colori sono freddi ad eccezione del cavalletto marrone e di qualche sfumatura rosata.

COMPOSIZIONE

Questa coincidenza tra immagine reale e riproduzione pittorica induce ad un attimo di perplessità. Il titolo, con il richiamo al noto matematico greco Euclide, allude alle geometrie dei due elementi di spicco del quadro nel quadro: due coni dove quello a sinistra è il tetto di una torre cilindrica e quello a destra è un viale cittadino tra due file di caseggiati. I due coni hanno la stessa forma e dimensione, pur rappresentando due elementi completamenti diversi: un cono quello a sinistra, una lunga striscia rettangolare piana vista in prospettiva quella a destra. Magritte chiama, così, il quadro poichè questi temi sono cari ad Euclide che amava perdersi nei meandri del cervello per capire il valore delle figure geometriche.

In questo sottile gioco che Magritte instaura tra l’ essere e l’ apparire, il compito della pittura non è far vedere, ma far pensare. Anche lo stile, tipico di Magritte, rientra in questo obiettivo: pur nella nitidezza fotografica, l’ immagine non perde la sua apparenza di dipinto, e ciò contribuisce a tener separata la realtà dalla rappresentazione. Il mondo dell’ arte, in sostanza, è altro rispetto al mondo reale, e solo in esso possiamo comprendere i misteri della realtà.

CAMERA D’ ASCOLTO

R. Magritte: “Camera d’ ascolto” 1958 olio su tela (USA)

In quest’ opera è rappresentata una mela che rivela la sua esistenza occupando tutta la stanza. La camera d’ ascolto è forse l’ immagine magrittiana più pura dell’ ingrandimento. La stanza non ha altro spazio, infatti, non è possibile entrarvi. Vi è una perdita di spazio. La mela non solo occupa lo spazio del quadro, ma è anche nel nostro spazio. I colori sono caldi e freddi in egual misura. La luce laterale proviene dalla finestra.
Il titolo, però, allude al tentativo di rendere visibile il suono, e la sua capacità di propagarsi riempiendo lo spazio. Infatti Magritte arriva alla saturazione acustica attraverso la saturazione cromatica, il mistero del suono oltre le mura di casa attraverso una mela.

LA ROSA RECISA

R. Magritte: “La tomba dei lottatori” 1955 olio su tela (Belgio)

In quest’ opera, Renè Magritte ritrae una scena in cui una bella rosa rossa è reclusa in una stanza, che sembra catturare la completa attenzione degli spettatori. Infatti, i dettagli della stanza e il paesaggio sono trascurati. I colori sono in prevalenza caldi. La luce laterale proviene dalla finestra.

L’ ispirazione per “La tomba dei lottatori” ha origine da una conversazione che Magritte ha avuto con Harry Torczyner. Quest’ ultimo è un avvocato di New York e poeta nel 1960 legato ai pittori tachisti dell’ Unione Sovietica. Il Tachisme è uno stile francese della pittura astratta simile al surrealismo, ma che Magritte non apprezzava. Disse a Torczyner, “loro dipingono bianco su bianco, e credono che questo sia una conquista”.

In risposta a Magritte, Torczyner lo sfidò a dipingere, “una rosa bianca, in una stanza bianca con una finestra che guarda su un paesaggio coperto di neve”. Magritte invece produsse l’ opera usando il bianco il meno possibile. Perché Magritte ha scelto di modificare la sfida? Dipingere la rosa con un “rivoluzionario” rosso invece che bianco era la sua idea di riconoscere le idee rivoluzionarie dell’ Unione Sovietica. In tal modo il pittore fa di questo lavoro un ritratto piuttosto eloquente dei suoi sentimenti del momento.

Il titolo, che Magritte ha preso da un romanzo dello scrittore ottocentesco francese Leon Cladel, allude al fatto che come la rosa, i combattenti sono qualcosa di “grandioso” e riempiono le tombe.

GOLCONDA

R. Magritte: “Golconda” 1953 olio su tela (USA)

“Golconda” raffigura una serie di uomini con cappello a bombetta che cadono dal cielo, come se si trattasse di una normale pioggia in una grande città. Magritte, come accade per altri dipinti, non dà una spiegazione tangibile del significato dell’ opera. L’ effetto di depaisement (spaesamento) è percepibile, per vari motivi. Una delle prime cose che stupisce è l’ idea principale del dipinto: uomini che cadono dal cielo, o uomini che si elevano da terra? Ricordiamo che l’ idea principale di Magritte riguardo al surrealismo è che sulla tela tutto quel che viene rappresentato è mera rappresentazione. Dunque il pittore è libero di rappresentare la realtà in modo non reale, con oggetti comuni posti in contesti non comuni.

Un’ altra domanda che ci si pone osservando questo dipinto è: le sagome nel cielo sono ombre o sono altri uomini? Nel primo caso ci si potrebbe rifare al concetto di tridimensionalità della tela. Nel secondo caso, più probabile, tutto diventa più complesso. Magritte vuole renderci partecipi di questo volo in maniera ancora più veritiera. Il titolo inoltre aiuta l’ osservatore: Golconda è un’ antica città dell’ India, ricca e potente: questo assume un significato politico. Gli uomini sono tutti uguali in un cielo senza nuvole e di un azzurro piatto e possono permettersi di “camminare” nel cielo senza bisogno di avere le ali dato che si trovano in una ricca città.

L’ IMPERO DELLE LUCI

R. Magritte: “L’ impero delle luci” 1954 olio su tela Peggy Guggenheim (Sezione Venezia)

In quest’opera Magritte usa il metodo dell’ ossimoro, ovvero una figura ampollosa che consiste nell’ accostare parole che esprimono concetti opposti. In questo caso è l’ immagine del giorno e della notte, dallo stesso punto di vista e rappresentati nella stessa scena ad esprimere alla perfezione un ossimoro. Altri esempi di ossimoro: parte di un paesaggio innevato e parte di un paesaggio marino in un’ unica immagine. Oppure parte di un paesaggio di montagna e parte di un paesaggio con una spiaggia.

L’ artista ricostruisce una procedura tipica dei sogni. Il sogno è visto come l’ essenza dell’ uomo, e per questo la sua rappresentazione diventa fondamentale. L’ obiettivo dell’ artista è creare uno spaesamento. La tecnica è impeccabile. L’ opera accosta due momenti opposti tra loro: la metà superiore è la rappresentazione di un paesaggio in pieno giorno. La metà inferiore è la rappresentazione di un paesaggio in piena notte.

COMPOSIZIONE

La scena è simmetrica. Il lampione divide in due parti uguali la scena. I colori sono freddi nella parte alta del dipinto e prevalentemente caldi nella parte inferiore del dipinto. La luce naturale proviene dall’ alto. La luce artificiale proviene dal lampione. È proprio questa differenza di luci che, passando a un primo sguardo inosservata, riesce a creare un’ atmosfera inedita.
Citando direttamente Magritte: «Nell’ Impero delle luci ho rappresentato due idee differenti. Questa contemporaneità di giorno e notte ha la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia.»