Impressionismo

L’ impressionismo è un movimento artistico nato a Parigi nel 1874 quando alcuni artisti decisero di esporre i propri dipinti al Salon di Felix Nadar. La città, in quel periodo è stata modernizzata. I bassifondi sono stati rasi al suolo. Sono state costruite e illuminate nuove strade che hanno trasformato Parigi nella città della luce. La capitale francese è il cuore dell’ impressionismo. Inizialmente gli impressionisti sono stati criticati aspramente poichè i dipinti sono considerati abbozzati, incompleti: non finiti. Infatti esponevano le loro opere al Salon des Independants che venne denominato in modo dispregiativo Salon des Refusés (Salone dei Rifiutati). Questi dipinti venivano considerati rifiuti. Successivamente l’ impressionismo è stato rivalutato per la stupenda interazione fra luce e colore. Le opere d’ arte degli impressionisti sono caratterizzati da:

  • Fugaci impressioni di scene e ambienti
  • Luoghi ordinari e non mitologici
  • Luccicanti flashes di luce naturale
  • Tremolanti apparizioni di colore
  • Sconvolgenti composizioni di angoli unusuali
  • Paesaggi “En Plein Air” (all’ aperto)

IL BAR FOLIES BERGERE

E. Manet: “Bar Folies Bergere” 1882 olio su tela Courtauld Gallery di Londra

“Il Bar Folies-Bergère” è un dipinto di Edouard Manet. La scena rappresentata è un bar delimitato all’ esterno dal bancone ed il suo pubblico. Manet colloca sul bancone una natura morta, cui accorda notevole importanza. Manet, d’ altronde, amava inserirle all’ interno dei propri dipinti. Sulla superficie marmorea del banco vi sono bottiglie di champagne e di liquori di tutti i tipi, e vi troviamo alcune bottiglie di birra inglese molto popolare in quei tempi a Parigi. In questo modo Manet intende sottolineare l’ internazionalità del pubblico del Folies-Bergère. Sempre sul banco troviamo disposte anche una fruttiera di cristallo ricolma di arance, un calice con delicati fiori dalle tonalità rosate e altri oggetti descritti sinteticamente. La trattazione pittorica della natura morta rimane in ogni caso molto interessante. Manet impiega colori brillanti. La luce colpisce le superfici dei vari oggetti.

SUZON

La vera protagonista del quadro è la cameriera al di là del bancone. Innanzitutto sappiamo che il suo nome è Suzon, e che prestava servizio al Folies-Bergère intorno al 1880, proprio quando Manet eseguì l’ opera. Il suo volto è ovale ed è vestita molto elegantemente.

Il suo completo di lavoro è così ricercato che Suzon si potrebbe quasi scambiare per una dama del bel mondo parigino. Quindi l’ immagine frontale di Suzon, nella sua monumentalità appare come una maestà contemporanea.

Suzon è imprigionata in un vortice di stanchezza: forse Suzon sognava un altro avvenire. Forse avrebbe voluto prendere il posto di quelle dame dell’ alta società sedute ai tavolini del Folies-Bergère. Suzon, con il suo sguardo, sembra quasi voler dialogare e intessere una relazione con chi sta osservando la scena.

LO SPECCHIO E LE FOLIES BERGERE

Suzon, malgrado sia l’ indiscussa protagonista della composizione, offre dietro di lei la visione di uno specchio. Dunque lo specchio riflette l’immagine del salone del Folies-Bergère. Lo specchio dilata lo spazio dipinto, mostrando all’ osservatore il bar. In questo modo, quanto tecnicamente all’ esterno del dipinto viene calamitato al suo interno.

Quindi Manet inserendo lo specchio ci suggerisce la festosa presenza del pubblico del Folies-Bergère, illuminato dall’ incandescente luce dei lampadari.

Pubblico del bar, trapezisti, acrobati

INTERVISTA A E. MANET

“Everything is mere appearance, the pleasures of a passing hour, a midsummer night’s dream. Only painting, the reflection of a reflection – but the reflection, too, of eternity – can record some of the glitter of his mirage” (E. Manet).

DESCRIPTION

It’s a Saturday night, and a young woman tends bar in a stately music hall. We can see her patrons in the mirror behind the bar. There are champagne bottles to her right and a bowl of oranges on her left. Light sparkles from crystal chandeliers, and the patrons are dressed in sophisticated evening wear. While the crowd mingles, the barmaid seems alone in a crowded room, as if she were a thousand miles away from the people she serves.

Her gaze is steady and unselfconscious. She measures us just as the measures the contents of the drink she is mixing. She’s young, but her eyes are wise beyond her years. She has blond hair and fair skin. While there is a pray of fresh flowers pinned to her decolletage, the locket around her neck hints at more substantial life outside this bar.

STYLE

A Bar at the Folies-Bergere was Edouard Manet’s last major work. It shows a young woman named Suzon who worked at the Folies Bergere – a Paris nightclub – that featured singers, dancers, and circus acts. To the modern eye, Suzon is the picture of perfect innocence – but in Manet’s day, most viewers assumed she was a bad person. They had good reason to think so. In fact a writer described the serving girls at the Folies Bergere as “vendors of drink”.

TRADUZIONE

“Ogni cosa è mera apparenza, il piacere delle ore passate, una piena estate, il sogno della notte. Solo il quadro: la riflessione di una riflessione – ma anche la riflessione di eternità – può documentare lo scintillio di questo miraggio” (E. Manet).

Descrizione: è sabato notte, ed una giovane donna si prende cura di un bar in un signorile music hall. Noi possiamo vedere i suoi clienti nello specchio dietro al bar. Ci sono bottiglie di champagne alla sua destra e una fruttiera di arance alla sua sinistra. Uno scintillio di luce dal lampadario di cristallo, ed i suoi clienti sono vestiti con un sofisticato abbigliamento da sera. Mentre la folla si mescola, la barista sembra sola in una stanza affollata, come se fosse lontana mille miglia dalle persone che serve. Il suo sguardo fisso è fermo e sovrappensiero. Misura con il misurino i contenuti della bevanda che sta mescolando. Ella è giovane, ma i suoi occhi sono saggi oltre i suoi anni. Ella ha i capelli biondi e la pelle chiara. Vi è una preghiera (cascata) di fiori freschi che scende dal suo decoltè, il collarino chiuso intorno al collo accenna ad una vita ricca fuori dal bar.

Stile: “Il Bar Folies Bergere” è il lavoro migliore di E. Manet. Mostra una giovane donna di nome Suzon che lavora al bar – locale notturno di Parigi – caratterizzato da: cantanti, ballerini, atti circensi. Ai nostri occhi Suzon è il ritratto dell’ innocenza perfetta, ma ai tempi di Manet, molti visitatori pensavano fosse una cattiva ragazza. Essi avevano ragione nel pensarlo. Infatti uno scrittore descrisse le cameriere del Bar Folies Bergere come “venditrici di bevanda” (alcolici), “venditrici di sogni”.