Il Neoclassicismo

L’ arte neoclassica si basa sull’ equilibrio della forma. Prende a modello l’ arte greco-romana per armonia, equilibrio formale, perfezione ideale. Il neoclassicismo critica il barocco per la mancanza di precisione formale ed il gotico per l’ eccessivo virtuosismo. I due maggiori centri di arte neoclassica in Europa sono Roma e Parigi. I maggiori protagonisti: Canova e David. I neoclassici celebrano la storia e a differenza dei romantici, che vedremo dopo, valorizzano la razionalità. Inoltre l’ arte per i neoclassici ha la funzione di affermare valori civili e ideali sociali. Caratteristiche dell’ arte neoclassica:

  • segno nitido
  • sfumature
  • colori luminosi
  • linea di contorno

IL GIURAMENTO DEGLI ORAZI

David: “Il giuramento degli Orazi” 1784 olio su tela Musée du Louvre

Questo dipinto di Jaques Louis David è il simbolo del neoclassicismo europeo. La perfetta esecuzione impeccabile sul piano formale ed il significato morale lo rendono il manifesto di un’ epoca. Soggetto: giuramento dei tre fratelli Orazi al padre. Gli Orazi giurano di vincere o morire per la patria di Roma contro i Curiazi di Albalonga. Gli Orazi riportarono una gloriosa vittoria. David sottolinea la differeza fra i volti austeri e fieri dei tre uomini alla espressione svogliata delle tre donne (mogli degli Orazi). Il dipinto ha un fine educativo: allude all’ importanza del dovere civile in difesa della propria patria.

Composizione: tutti i personaggi della scena sono raffigurati nell’ atrio di una domus romana con arcate a tutto sesto e colonne doriche. Ogni arco inquadra un gruppo di persone. Nel I arco i tre orazi. All’ interno del II arco il padre degli Orazi. Nel III arco donne e bambini. Inoltre se tracciamo gli assi principali notiamo che la lancia, le spade e gli arti degli Orazi danno equilibrio al dipinto. La struttura è piramidale. Le quattro piramidi racchiudono quattro gruppi: I gruppo tre Orazi. II gruppo padre degli Orazi. III gruppo una donna e i bambini. IV gruppo le due donne.

Colori: la tecnica usata è il chiaroscuro con passaggio netto di colori chiari e colori scuri (luce e ombra) e lo sfumato. Luce: la luce proviene dalla nostra destra ed illumina soprattutto il momento del giuramento. Le arcate buie esprimono inquietudine e mistero per la sorte degli Orazi.

LA MORTE DI MARAT

David: “La morte di Marat” 1793 olio su tela Bruxelles

Jean- Paul Marat è un uomo politico francese conoscente di Jaques Louis David. Si è dedicato all’ approfondimento della rivoluzione francese, scoppiata nel 1789. In quel periodo ha fondato il giornale L’ Ami du peuple” con il quale ribadisce le proprie posizioni radicali. Divenuto presidente del Club dei Giacobini (proletariato) Marat pubblica articoli profondi e sferzanti, imbevuti di un fanatismo sanguinario, con i quali incita il popolo francese a ribellarsi contro i Girondini (alta borghesia a favore della insurrezione) dominanti. Gli esiti di questa lotta portarono alla formazione di un potente governo giacobino.

Nello stesso anno Charlotte Corday, si reca a Parigi con l’obiettivo di uccidere Marat. C. Corday, infatti, riteneva che Marat stesse tradendo gli ideali della Rivoluzione fomentando una guerra civile, e vedeva in lui una personificazione del Terrore. Il 13 luglio 1793 si reca a casa dell’ uomo, che la accoglie immerso in una tinozza d’ acqua medicamentosa. Dopo una breve conversazione la Corday gli immerge un coltello nel petto e lo uccide, mentre stava leggendo la falsa lettera di supplica utilizzata dalla donna come pretesto per farsi ricevere.

LE IDEE DI DAVID

L’ assassinio di un giornalista, una delle voci più ascoltate dal popolo, è stato un crimine che oltre a far vacillare le forze rivoluzionarie ha colpito in modo decisamente intenso il pittore neoclassico Jacques Louis David amico di Marat. Profondamente coinvolto sul piano emotivo, David decise di raffigurare la morte di Marat in un quadro che rendesse omaggio al martire della Rivoluzione.

La morte di Marat” conobbe subito una grande popolarità, tanto che ne furono richieste numerose copie e la diffusione mediante i mezzi di stampa.

DESCRIZIONE

Se Il giuramento degli Orazi” altra celebre tela di David, viene assunta come modello di virtù civiche, “La morte di Marat” è l’ immagine del dramma della rivoluzione francese, raffigurando una delle conseguenze più estreme: la morte. Questo dipinto è da considerarsi infatti la santificazione di un rivoluzionario che, per tenere fede ai propri ideali, ha scelto di sacrificare la propria vita, assurgendo a dignità di martire.

David, in questo modo, sceglie di non riprodurre né la tappezzeria in carta da parati né la cartina geografica della Francia e le pistole affisse alla parete: si viene così a creare una scena estremamente sobria, dove il secondo piano è costituito da un fondo monocromo. Inoltre David inserisce una cassa in legno grezzo dalle linee semplici.

Lettera di Charlotte Corday

Come accennato prima, l’omicidio è avvenuto da poco, tanto che la ferita aperta sul costato gronda ancora sangue. Il volto di Marat è sereno e disteso ed è appoggiato sul bordo della vasca, mentre il braccio destro è abbandonato a terra e regge ancora la penna che probabilmente stava usando prima di essere ucciso. In questo modo David santifica Marat descrivendolo con la posa di Gesù Cristo, con l’ altra mano, invece, Marat regge ancora la lettera utilizzata dalla Corday per essere ricevuta.

Nel dipinto Marat è ritratto immerso nella vasca da bagno, dalla vasca, pende un lenzuolo bianco macchiato, mentre il tavolo utilizzato da Marat come scrittoio è coperto da una tovaglia verde. Sull’ altare di legno, si vedono invece il calamaio con l’inchiostro ed alcuni fogli. Marat era uno dei rivoluzionari giacobini più puri, era il rivoluzionario letterato, la sua unica arma era la penna. L’ unico elemento fuori posto è il coltello, per mezzo del quale è stato perpetrato il delitto. Marat nel suo isolamento rappresenta un severo monito ai concittadini e alle generazioni future.

COMPOSIZIONE

“La morte di Marat” si può suddividere in due parti. La zona superiore è vuota e scura, animata esclusivamente da una leggera vibrazione luminosa. La zona inferiore, invece, è dominata dal corpo esanime di Marat isolato nel silenzio della morte.

Tutta la composizione si articola staticamente su semplici linee verticali e orizzontali: l’ unico elemento diagonale è costituito dal braccio destro, abbandonato lungo la sponda della vasca. La mano che stringe la penna è collocata lungo l’ asse verticale del dipinto, mentre la testa riversa di Marat segue la direzione della direttrice orizzontale. Risalta l’abbandono del braccio destro che, toccando il pavimento, intende alludere al ricongiungimento dell’ uomo con la terra, ovvero la morte. Le linee, fluide e continue, contribuiscono invece a definire le forme, descrivere i volumi e a incorniciare le figure.

L’ intera scena viene inondata da una luce proveniente da una fonte esterna posta a sinistra del quadro che definisce nitidamente il chiaroscuro sul corpo. David, oltre a sottolineare allegoricamente la razionalità del defunto, intende anche creare una profonda zona d’ombra sull’ addome così da dare risalto al volto di Marat, esposto in piena luce.

Nel complesso, inoltre, il dipinto è dominato da una tonalità scura e tetra, per l’ utilizzo minimale dei colori. La tavolozza di David, infatti, comprende sostanzialmente solo poche tonalità: il rosa pallido e il giallo ocra dell’incarnato di Marat, il verde del tavolo che ricopre lo scrittoio, i bianchi delle lenzuola e il marrone, presente sia nella sua tonalità più chiara che in quella più scura, rispettivamente nell’ altare ligneo e nello sfondo monocromo. Infine nell’ opera, è presente anche il rosso del sangue, colore che nella sua interpretazione simboleggia la passione di Cristo: caratteristiche che, tuttavia, non animano più il corpo ormai senza vita di Marat.

La tavolozza di David, infatti, comprende sostanzialmente solo poche tonalità: il rosa pallido e il giallo ocra dell’incarnato di Marat, il verde del tavolo che ricopre lo scrittoio, i bianchi delle lenzuola e il marrone, presente sia nella sua tonalità più chiara che in quella più scura, rispettivamente nell’ altare ligneo e nello sfondo monocromo. Infine, nell’ opera è presente anche il rosso del sangue, colore che nella sua interpretazione simboleggia la passione di Cristo: caratteristiche che, tuttavia, non animano più il corpo ormai senza vita di Marat.

L’ INCORONAZIONE DI NAPOLEONE

David: “Incoronazione di Napoleone” 1806 olio su tela Musée du Louvre

La storica doppia incoronazione vede diventare Napoleone Bonaparte e la sua consorte, Giuseppina di Beauharnais, rispettivamente imperatore e imperatrice dei francesi. L’ evento ha sempre esercitato un notevole fascino storico non soltanto per la fastosità con cui la cerimonia si svolge, ma soprattutto per il valore che Napoleone gli attribuisce. I logori legami con la tradizionale monarchia dell’ ancien regime, vengono del tutto infranti quando l’ imperatore decide di porre da solo sul proprio capo la corona: autoincoronazione che lo porterà ufficialmente al comando della Francia. Molto probabilmente infondate le voci che vorrebbero un arrogante Napoleone strappare la corona dalle mani del Papa Pio VII. Il Pontefice, effettivamente temendo una mossa del genere da parte di Napoleone, non toccò mai la corona con le proprie mani.

La scena si svolge il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale Notre Dame a Parigi. Napoleone, al centro della scena, appare in atteggiamento quasi sacrale in quanto è monarca della legge divina ed egli stesso deve obbedienza a Dio. Il classicismo dell’ ambiente, i decori e la corona d’ alloro, riflettono inoltre il fascino di Napoleone per i fasti e la gloria. La presenza di dignitari, come pure la famiglia Bonaparte, mostra il supporto per il nuovo regime. Essi costituiscono la nuova nobiltà dell’ impero una nobiltà basata sul merito.

I PERSONAGGI

  • 1 Napoleone: è in piedi in abito di incoronazione.
  • 2 Giuseppina di Beauharnais: è in ginocchio. Ha ricevuto la corona dalle mani di suo marito Napoleone e non dal Papa. Il vestito è decorato con seta da disegni di Jean-François Bony.
  • 3 Maria Letizia Ramolino: madre di Napoleone. In realtà ella non fu presente alla cerimonia di incoronazione come protesta personale verso il matrimonio del monarca con Josephine. Napoleone stesso, visitando il laboratorio del pittore, gli impose di rappresentare anche la madre assente, asserendo che i posteri non avrebbero compreso la sua assenza in un momento così fondamentale per l’ impero.
  • 4 Luigi Bonaparte: fratello di Napoleone.
  • 5 Giuseppe Bonaparte: fratello di Napoleone.
  • 6 l’ infante Napoleone Carlo: nipote di Napoleone, figlio di Luigi Bonaparte.
  • 7 Le sorelle di Napoleone (Elisa, Paolina, Carolina) vestite in stile impero.
  • 8 Charles-François Lebrun: terzo console al fianco di Napoleone Bonaparte e Cambacérès. Tiene tra le mani lo scettro da recare all’ imperatore.
  • 9 Jean-Jacques-Régis de Cambacérès: principe dell’ impero. Tiene tra le mani lo scettro con la mano della giustizia da recare all’ imperatore.
  • 10 Louis-Alexandre Berthier: Maresciallo dell’ impero. Ha tra le mani il globo imperiale da recare all’ imperatore.
  • 11 Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord: dignitario di corte con il compito di custodire gli ornamenti.
  • 12 Gioacchino Murat: Maresciallo dell’ impero.
  • 13 Papa Pio VII: circondato da numerosi dignitari ecclesiastici. È affiancato da un cardinale.
  • 14 Il pittore Jacques-Louis David in un autoritratto.